Superbonus, cessione del credito ballerino in Poste. Azione costruita a tavolino?

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Il provvedimento del Superbonus cambia di continuo generando caos per famiglie e imprese. I deputati di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco, commissario regionale del partito nelle Marche, e Lucia Albano, componente della Commissione Finanze fanno il punto della situazione per non generare ulteriore caos da parte del Governo.

Poste spa introduce condizioni più stringenti 

“Le continue modifiche al provvedimento stanno rendendo la misura inutile. Se da un lato dal 7 marzo 2022 è stata riattivata la piattaforma per la cessione del credito, dopo lo stop del decreto anti frode, dall’altro Poste Italiane, per esempio, pare abbia introdotto limiti e condizioni più stringenti. Questione di cui abbiamo chiesto chiarimenti al Governo con una interrogazione, perché lo Stato se da un lato sblocca, dall’altro blocca. Pare vi sia tra l’altro lo stop all’acquisto di crediti maturati a fronte di spese sostenute nel 2021″.

Lo scorso anno

“Già lo scorso anno, inoltre, era previsto in legge di bilancio il potenziamento del personale dei Comuni da destinare alle pratiche del Superbonus, ma non sono mai stati emanati i decreti attuativi necessari alle assunzioni. Oggi rischiamo di bloccare l’attività ordinaria degli uffici tecnici comunali.

Cessione del Credito in Poste ballerino. Azione costruita a tavolino?

“Una doccia fredda per chi oggi si vede rigettare le pratiche trasmesse e si trova a dover fare i conti con la scadenza del 7 aprile 2022, obiettivamente troppo stringente.
Il problema che ci viene segnalato da molte imprese e famiglie è che con la ripartenza dell’attività da parte di Poste Italiane – società guidata a maggioranza dal Mef – non si accetterebbero più crediti successivi al primo cessionario creando così nuovi stop alla gestione delle cessioni. La verità è che non si cambia in continuazione regole del gioco (in tre mesi la cessione del credito è cambiata ben due volte 2 volte!) ma anzi occorre agevolare la misura e prorogare, viste le tante incertezze, la scadenza del 7 aprile. La confusione dello Stato non la possono pagare imprese, famiglie e professionisti costretti a rincorrere gli umori del Governo”. E oltre il caos, poi Poste, chissà perchè,  fanno utili da capogiro. Coincidenze molto significative, direbbe Jung.

 

Le News di Paola Pieroni