
Da Sputnik News – Dodici Stati membri hanno chiesto alla UE di finanziare la costruzione di barriere anti-migranti. Il presidente dell’europarlamento lancia l’allarme sul “degrado morale” che sta attraversando l’Europa e ne attacca i valori democratici e liberali. “L’Unione non può diventare una fortezza contro la povera gente che scappa per la guerra, la fame o da regimi infami”.
Lo ha dichiarato, in un’intervista a Repubblica, il presidente del Parlamento Europeo, Davide Sassoli, in merito alla richiesta di dodici Stati membri di finanziare la costruzione di una barriera anti-migranti lungo i confini dell’UE. “Sarebbe smentire la nostra storia, la nostra identità di terra libera, di società aperta, accogliente”, afferma Sassoli, lanciando l’allarme sul “degrado morale” che attraversa l’Europa e mette a rischio i principi e i valori democratici su cui si fonda l’UE.
“Proteggere i nostri confini, specie quando sono minacciati da regimi autoritari – osserva – è un dovere nei confronti dei nostri cittadini, ma alzare muri contro persone disperate sarebbe rinnegare i nostri valori e perdere la nostra umanità”. Per Sassoli, la prospettiva di una fortezza blindata rischia di marginalizzare l’UE, l’unica soluzione è una politica comune europea per regolare i flussi migratori e tutelare il diritto d’asilo.
“I Paesi di frontiera non possono essere lasciati da soli a gestire questi fenomeni e ne sa qualcosa anche l’Italia”, precisa. Con una lettera inviata venerdì lettera alla Commissione europea e alla presidenza del Consiglio UE, dodici Stati dell’Unione Europea hanno chiesto a Bruxelles di introdurre nuovi strumenti per proteggere le frontiere esterne di fronte ai flussi migratori, anche col finanziamento comunitario di recinzioni e muri.
La richiesta proviene da Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. La questione relativa all’eventuale rafforzamento dei confini esterni dell’Unione sarà discussa nel corso della prossima riunione dei ministri dell’Interno dei 27 stati membri in programma a Lussemburgo.
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