
Da ByoBlu – La risposta, all’attacco israeliano del 26 gennaio contro i civili presenti in un campo profughi a Jenin per distruggere una presunta cellula terroristica, non si è fatta attendere.
L’Autorità nazionale palestinese ha interrotto tutte le relazioni, in merito alla sicurezza, con lo Stato ebraico e ha domandato una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il segretario generale Antonio Guterres, dell’ente che ha sede presso il Palazzo di Vetro di New York, ha espresso forte preoccupazione per la situazione, invitando a non peggiorarla.
Due razzi sono stati lanciati, come rappresaglia per i danni cagionati nei confronti dei rifugiati, da Gaza verso il territorio del “nemico sionista” senza causare vittime. L’iniziativa è stata rivendicata dalla Jhad Islamica. L’esercito, del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha attivato il sistema di difesa “Cupola di ferro” che ha intercettato entrambi i vettori. I jet con la Stella di David hanno distrutto, durante la notte nella Striscia, un sito sotterraneo di produzione di razzi di Hamas.
Sale la preoccupazione
L’azione non ha provocato né morti, né feriti, ma ha aumentato la tensione nell’area. Violenti scontri sono avvenuti, nelle ultime ore, tra i soldati israeliani e alcuni gruppi di palestinesi ad Al- Ram e a Beita (a sud di Nablus). I residenti, sul Monte del Tempio situato nella Città Santa, hanno chiesto ad Hamas di avviare altre iniziative ostili, contro Israele, per vendicarsi ulteriormente dell’operazione avviata da quest’ultimo in Cisgiordania.
Diplomazia al lavoro
Un conflitto aperto pare imminente, ma potrebbe essere evitato, come è avvenuto in precedenza in casi simili, in particolare tramite la mediazione del Qatar, ma soprattutto dell’Egitto. I primi tentativi, in tale senso dei due governi, sono al momento falliti. Non bisogna dimenticare però che il governo del Cairo è riuscito, in passato, a riconciliare le parti in lotta, in tempi rapidi, in quanto è sempre stato considerato imparziale da entrambe.
Il contributo americano, al fine della pace nell’area di crisi, pare non essere incisivo. La scelta palestinese, di interrompere tutte le comunicazioni legate al tema della sicurezza con Israele, è stata criticata rapidamente da Washington. L’amministrazione, guidata da Joe Biden, non ha espresso alcuna condanna però verso l’uccisione, da parte del proprio alleato, di civili innocenti in un campo profughi e la violenza perpetrata ai danni di un mezzo di soccorso impegnato a portare al sicuro i feriti.